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martedì 17 settembre 2013

A Palermo una mostra dedicata a Daniele Schmiedt

Si è inaugurata ieri, presso la Fondazione Sant'Elia a Palermo, la mostra “Da Schmiedt a Schmiedt, tra intimismo ed impegno”, curato da Anna Maria Ruta e Gioacchino Barbera. Inserita nell’ambito della Settimana delle culture, l'esposizione presenta le opere del pittore siciliano (Palermo 16 gennaio 1888 - Messina 4 dicembre 1954) dal cognome boemo, protagonista indiscusso del panorama artistico italiano del primo Novecento. 

Daniele Schmiedt svolge la sua attività creativa in un momento storico assai difficile ma ricco di fermenti culturali. L'intera produzione è attraversata da una luce di malinconia, rivelatrice di tutto il dramma di un’epoca tormentata che lo conduce verso un lavoro impregnato di serietà morale ed impegno sociale. Il tema del mondo del lavoro, i paesaggi peloritani sconfinati, le vedute urbane da fine del mondo in cui è assente la presenza umana, colgono elementi di disfacimento e sconforto pur nelle vivaci scelte cromatiche. Ed anche le nature morte, l'interesse per le figure femminili (madri, figlie, prostitute, lavoratrici, giovani e anziane) - immagini inedite per la pittura italiana di quegli anni - i nudi ed i ritratti sono colmi di solitudine, di disperazione, di fame causata dalla guerra. 

La mostra mette in luce la capacità scarna ed essenziale di Schmiedt di usare colori corposi e codici pittorici rielaborati, coniugando la ricerca figurativa tipica dell’arte pittorica del tempo, con la lezione impressionista, con il realismo ottocentesco e con il movimento sarfattiano (Bucci, Drudeville, Sironi, Funi, Oppi, Malerba, Marussig). 

"Da Schmiedt a Schmiedt, tra intimismo ed impegno” presenta nell'allestimento palermitano della Fondazione Sant'Elia due artisti dallo stesso cognome: la pittura del nonno Daniele Schmiedt infatti, incontrerà l’originalità del bestiario scultoreo (elefanti leggeri, rospi, cavalli, camaleonti, papere, insetti, uccelli dalle linee sinuose) in ferro del nipote fiorentino Daniele Schmiedt, alle cui opere è dedicato uno spazio espositivo. Il risultato finale è un dialogo artistico oltreché familiare di grande suggestione.

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