Dopo 41 anni di assenza torna sul palcoscenico del Teatro Massimo di Palermo La Gioconda di Amilcare Pochielli, opera amata dal pubblico degli appassionati, celebre anche per la complessità dell'allestimento e la difficoltà esecutiva.
Per questo ritorno (l'ultima edizione è del 1970, protagonista Leyla Gencer, sul podio Antonino Votto), un cast composto da noti interpreti di oggi: Daniela Dessì, Aquiles Machado, Marianne Cornetti, Elisabetta Fiorillo, Alberto Mastromarino e Alexander Vinogradov saranno rispettivamente Gioconda, Enzo, Laura, la Cieca, Barnaba e Alvise.
Per il soprano Daniela Dessì, ospite frequente delle stagioni del Massimo, si tratta di un debutto in uno dei ruoli più simbolici e impegnativi dell'opera italiana. In alcune recite gli interpreti saranno invece Victoria Safronova, Francesco Grollo / Ernesto Grisales, Oksana Volkova, Cristina Melis, Carlo Guelfi e Ruben Amoretti.
Dirige Srboljub Dinic – anche lui al suo debutto con quest'opera – che torna attesissimo sul podio dell'Orchestra del Teatro Massimo dopo i tanti successi delle ultime stagioni. Completano la locandina il Coro (diretto da Andrea Faidutti), il Coro di voci bianche (diretto da Salvatore Punturo) e il Corpo di Ballo del Teatro Massimo (diretto da Luciano Cannito).
L’allestimento è una coproduzone Théâtre Royal de Wallonie / Liège, dell’Opéra de Nice e dell’Esplanade-Opéra de Saint Etienne ed è firmato da Jean Louis Grinda (regia), Eric Chevalier (scene), Jean-Pierre Capeyron (costumi) e Marc Ribaud (coreografia); la luci sono di Jacques Chatelet.
Tratta dal dramma di Victor Hugo, “Angelo, tyran de Padoue”, l’opera “La Gioconda” narra di amore, potere e tradimenti nella Venezia del XVII secolo; scritta da Amilcare Ponchielli tra il 1874 e il 1876 su libretto di Arrigo Boito (celato dietro lo pseudonimo di Tobia Gorrio), andò in scena per la prima volta l’8 aprile del 1876 al Teatro alla Scala. Fu subito successo e anzi, man mano che Ponchielli rimetteva mano alla partitura, il consenso aumentava e fu vero e proprio trionfo quando, sempre alla Scala, quattro anni dopo fu proposta nella sua terza e ultima versione. Il rapporto tra Amilcare Ponchielli e Arrigo Boito, il poeta-musicista anagrammò il suo nome per firmare il libretto di quest’opera, non fu dei migliori e proprio alle perplessità del primo verso il lavoro del secondo si devono i ritardi nella preparazione dell’opera e le successive ristesure.
È una delle più note opere del secondo Ottocento italiano, sia per la sontuosità strutturale (su modello del grand-opéra francese con momenti coreografici quali la celeberrima Danza delle Ore divenuta oggetto anche del cartone animato Fantasia di Walt Disney) sia per la bellezza delle melodie.
La trama è condotta da tre autentiche figure di drammaturghi in scena: Barnaba, Alvise e Gioconda, dove quest'ultima s'incarica di disfare i piani degli altri due, nel secondo atto avvisando gli amanti - Laura ed Enzo - dell'agguato predisposto da Barnaba, nel terzo sostituendo l'ampolla, nel quarto preparando la fuga degli innamorati e, infine, negando a Barnaba il suo corpo pugnalandosi a morte.
Opera di passaggio tra l'Ottocento popolare e il Verismo ha da sempre appassionato più il pubblico e i melomani che la critica. Nel 1897 fu la seconda opera della stagione inaugurale del Teatro Massimo e vantava nel ruolo tenorile di Enzo Grimaldo il giovane Enrico Caruso neanche venticinquenne.
Costo dei biglietti: da euro 10 a euro 125, in vendita presso il botteghino del Teatro (aperto da martedì a domenica ore 10 - 15, tel. 0916053580 / fax 091322949 / biglietteria@teatromassimo.it), sul sito www.teatromassimo.it o nelle prevendite autorizzate in tutta Italia del circuito Amit-Vivaticket. Informazioni e prevendita 800 907080 (tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 17).
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