Duecentomila visitatori in tre anni di vita. Il museo d’arte contemporanea Riso di Palermo conferma e rilancia. E dopo le mostre internazionali rivolge il suo sguardo agli artisti siciliani, riaffermando la sua funzione di “museo diffuso” sull’intero territorio regionale. “Riso è in prima fila – dice l’assessore regionale ai Beni Culturali e all’Identità siciliana, Sebastiano Missineo – e con questi numeri raggiunge un risultato eccezionale. Guardare all’Isola significa riaffermare la nostra identità, ma non rinchiudersi in essa".

La mostra si chiuderà il 31 marzo per lasciare spazio a maggio a “ETICO_F – Cinque movimenti sul paesaggio” a cura di Daniela Bigi, che riunirà i lavori prodotti nel luglio scorso in quattro centri siciliani, durante le residenze di creazione di Massimo Bartolini, Flavio Favelli, Hans Schabus, Marinella Senatore e Zafos Xagoraris.
Il terzo progetto sposta l’attenzione sull’isola di Lampedusa e conferma ancor più la vocazione di Riso come “museo diffuso”: a fine giugno “Più a Sud”, progetto di Paola Nicita che ha invitato quattro artisti che pongono al centro della loro indagine l’analisi sociale sullo spostamento. Adel Abdessemed, Francesco Arena, Emanuele Lo Cascio, Sislej Xhafa realizzeranno le loro opere a Lampedusa, dando vita a progetti “site specific”.
La foto ritrae un'opera di Paolo Parisi, "Under the bridge (Simeto)", che sarà esposta alla mostra "PPS - Paesaggio e Popolo della Sicilia"
Nessun commento:
Posta un commento