C’è un quartiere fantasma nel centro storico di Agrigento. La zona compresa tra piazza Ravanusella e via Atenea, cerniera di collegamento tra gli orti a valle della ferrovia e l’antica Girgenti, versa da almeno 40 anni in un totale stato di abbandono. L’associazione culturale agrigentina LabMura ha rigirato il coltello nella piaga, diffondendo una nota corredata da foto che non lasciano scampo e che la Triquetra vuole mostrarvi.
Degrado urbano nel centro di Agrigento |
Ci troviamo di fronte ad un quartiere trasformato in “fantasma sociale, un paradigma involutivo fattosi non-luogo: è una città altra, governata da leggi proprie, martoriata dall’indifferenza, deperita dalla decennale noncuranza delle amministrazioni, carente delle più elementari forme di profilassi e di organizzazione sociale”.
In questo contesto l’associazione LabMura scommette sulla riqualificazione urbana del quartiere, cercando di salvarlo dal degrado cui sembra condannato ed auspicando una partecipazione condivisa da parte della collettività. “Il tentativo che si vuole porre in essere – fa sapere l’associazione - è quello di costituire un vero e proprio laboratorio che sia al contempo cantiere di idee e d’azione ma anche centro studi e osservatorio sociale. Questo quartiere offre, per le sue precipue condizioni ambientali, un’opportunità reale di impegno sul centro storico da compiersi sia attraverso un’opera di rifondazione del decoro sia attraverso gli strumenti creativi dell’arte e dell’immaginazione per un progetto di società estetica che riconduca gli scempi urbani all’armonia dello sguardo e la mortificazione sociale all’integrazione civile”.
Chiunque volesse aderire all’iniziativa può inviare una mail a labmura@email.it.
CENTRO STORICO DI AGRIGENTO IN ABBANDONO - LE FOTO
Quando si parla del recupero del centro storico di Agrigento si dimentica sempre una cosa fondamentale, cioè che è abitato dalla stessa gente che lo ha ridotto nelle condizioni in cui si trova. La causa del degrado è da ricercare proprio nel "menefreghismo" degli indigeni e di quelli che hanno preferito andarsene anzichè rimanere e sforzarsi di migliorare le cose (provocando, tra l'altro, la realizzazione dei "tolli" e di altre schifezze urbanistiche del genere).
RispondiEliminaIo penso che bisognerebbe principalmente "educare al bello" questo popolo e far sì che sia esso stesso a volere il recupero dei quartieri che abitano.
Oppure, oppure realizzare un'altra Villaseta, svuotare "Girgenti" e ricominciare d'accapo.