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lunedì 13 dicembre 2010

Gli "Angeli morti" di Lecis al Teatro Libero di Palermo

Debutta giovedì 16 dicembre alle ore 21.15 con replica venerdì 17, al Teatro Libero di Palermo, lo spettacolo prodotto dal Teatro Akroama di Cagliari, "Angeli morti", drammaturgia e regia di Lelio Lecis, con Tiziano Polese, Maria Elisabetta Podda, Diana Guindina, Lea Karen Gramsdorff, Rosalba Piras, le musiche sono di Riccardo Leone, eseguite da Chiara Moccia, Ottavia Guarnaccia e Giada Vettori.

“I figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle, ne presero per mogli quante ne vollero. …” (Genesi 6, 1-2). Da questi passi biblici e soprattutto dai libri di Enoch nasce tutta la storia o leggenda degli “angeli caduti”.Su tali creature esistono molteplici leggende, la più comune delle quali afferma che essi continuano a muoversi nelle viscere della Terra (non possono vedere la luce) fino al giorno del Giudizio Universale quando saranno esiliati definitamene all’inferno.

Questi angeli caduti (in ebraico Ben-Elohim = figli di Dio), sono per molti studiosi assimilabili ai famosi giganti (in ebraico Nephilim = i caduti).

I Giganti sono presenti in diverse culture e religioni, per esempio nella cultura greca i giganti (titani, ciclopi) nascono da un’unione tra divinità e mortali.

Lelio Lecis, drammaturgo e regista dello spettacolo, parte da queste storie, leggende e altre simili per la sua indagine sugli angeli, figure importanti del pensiero popolare occidentale. «In realtà – afferma Lecis – si indaga sugli angeli per indagare sulla nostra cultura e le nostre credenze». Gli angeli sono fortemente presenti nella storia delle religioni, e la leggenda degli angeli caduti, da non confondersi con gli angeli ribelli (diavoli), ha generato a sua volta la leggenda dei vampiri, anche loro condannati a vivere nel buio fino al giorno del giudizio.

Lo studio sulla figura degli angeli, nella scrittura del Teatro Akroama, si intreccia con un’altra importante indagine sul sapere occidentale, quella sull’astrofisica contemporanea e sulle regole matematiche che regolano l’universo. Un’immersione totale nelle radici della nostra cultura, tra sacro e profano, tra credenze, miti, ma anche logica e scienza. Lo spazio scenico è ispirato alla “Gerusalemme Celeste” descritta da Giovanni nell’Apocalisse e trasferita in uno spazio metafisico, un enorme quadrato perfetto con tre porte per lato, proprio come vengono costurite tutte le importanti cattedrali, con tre porte nella facciata principale.

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