Sarà un concerto di arpa celtica, protagonista la solista palermitana Antonella Calandra, a salutare martedì 4 gennaio il nuovo anno – quello del ritorno della Venere - nella ex Chiesa dei Cappuccini che introduce al Museo Archeologico di Aidone, uno scrigno di preziosi reperti provenienti dall’antica città di Morgantina dove in primavera tornerà per sempre dagli Stati Uniti la celebre statua della Venere trafugata negli anni Settanta. Si comincia alle ore 18 e l’ingresso è gratuito.
Alcuni degli Argenti conservati nel Museo di Aidone |
Ideato dal direttore del Parco Archeologico di Morgantina e del Museo di Aidone, Enrico Caruso, il concerto è organizzato in collaborazione con il Rotary Club di Piazza Armerina. In programma una serie di brani d’epoca medievale della tradizione celtica. “Sarà l’occasione – spiega il direttore Caruso – per avviare una nuova stagione di eventi che accendano i riflettori su Morgantina e i suoi tesori: un patrimonio storico e artistico ancora poco conosciuto ma pieno di grandi potenzialità per la comunità ennese e, di riflesso, per quella siciliana”.
Al termine del concerto – della durata di poco più di un’ora e con una pausa fra il primo e il secondo tempo – gli spettatori potranno eccezionalmente avere accesso gratuito alle sale del Museo di Aidone.
È qui che, insieme alla collezione di reperti documentata dagli scavi degli ultimi cinquant’anni, figurano i celebri Acroliti di Demetra e Kore e la collezione dei sedici pezzi conosciuti come gli Argenti di Morgantina: opere trafugate clandestinamente dai tombaroli negli anni Settanta e restituite all’Italia dagli Stati Uniti grazie a un preciso accordo bilaterale siglato nel 2001 fra lo i due Stati. Gli Acroliti sono tornati ad Aidone nel dicembre del 2009, gli argenti, invece, conosciuti anche come il “Tesoro di Eupolemos” – dal nome del loro ultimo proprietario – sono rientrati il 3 dicembre scorso dopo essere stati esposti a Roma, Palermo e all’Expo di Shangai.
In mostra ad Aidone accanto agli argenti, anche una grande àrula (altare domestico), vasellame da mensa, anelli, spatole e stiletti in bronzo, vasetti miniaturistici edue “singolari” monete separate da duemila anni di storia e divenute simbolo della romanzesca avventura degli argenti. Si tratta di una moneta coniata proprio a Morgantina intorno al 212 a.C. con l’effige di una dea, Persefone o Demetra – la grande madre il cui culto si celebrava proprio da queste parti (Santuario S. Francesco Bisconti) – e una moneta da cento lire del 1978 con la dea Atena e l’ulivo. Un prezioso indizio per gli archeologi-investigatori che, in un colpo solo, hanno potuto dataregli argenti di Eupòlemos e gli ultimi scavi clandestini che per trent’anni hanno sottratto a un’intera comunità, quella ennese e siciliana, passato e futuro.
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