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domenica 21 luglio 2013

Turismo "responsabile" in Sicilia, la guida di Addiopizzo

Questa sera alle 21, a Caccamo, nel Palermitano, all'interno della rassegna “Caccamo apre le porte” verrà presentato il libro di Pico Di Trapani, "Viaggio in Sicilia: i luoghi del turismo responsabile con Addiopizzo". Nel 2009, dall’intuizione di tre volontari di Addiopizzo nasce un’idea imprenditoriale che si propone di incrementare lo sviluppo del consumo critico antimafia attraverso il coinvolgimento del strutture turistiche che si oppongono pubblicamente al racket del pizzo. Oggi da quell'esperienza nasce un testo prezioso che raccoglie i percorsi della Palermo araba, normanna e spagnola e i racconti della Palermo dell’antimafia, attraverso la voce affascinante di Pico Di Trapani.

Pico Di Trapani
L’autore - attivista palermitano, membro del comitato Addiopizzo e studioso del fenomeno mafioso - in questa “unconventional guide”, restituisce al lettore e possibile turista, uno sguardo nuovo e inedito sul panorama palermitano, donandogli i mezzi per viaggiare tra i luoghi più suggestivi della Sicilia in maniera etica e responsabile, con la consapevolezza di non lasciare nemmeno un centesimo alla mafia.

Con la collaborazione di autori come Giovanni Impastato, fratello di Peppino, Orazio De Guilmi collaboratore di Danilo Dolci, Francesco Galante, presidente della cooperativa sociale “Placido Rizzotto – Libera Terra”, Nicoletta Scimeca, prima imprenditrice ad aver aderito alla lista Addiopizzo, e le testimonianze delle associazioni che lavorano sul territorio, come Corleone Dialogos, Pico Di Trapani costruisce un itinerario inusuale ma allo stesso tempo coinvolgente e impegnato non solo di Palermo ma anche di paesi come Caccamo, Cinisi, Partinico o Corleone, generalmente legati in maniera univoca al nome mafia. Luoghi che necessitano di essere riscoperti e rivalorizzati, non basandosi più su vecchi stereotipi, ma sulle persone che ogni giorno si impegnano per dire il loro NO al pizzo e al racket dell'estorsione mafiosa, sui giovani che amano la loro terra di Sicilia e non tollerano più banalizzanti etichette mafiose.

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